BOTTICELLE DI PREGIATO BALSAMICO

BOTTICELLE DI PREGIATO BALSAMICO

domenica 10 marzo 2013

L’ACETO BALSAMICO VA ANCORA IN TELEVISIONE


Domenica 24/02/13 la televisione privata ha trasmesso un intervento piacevole sull’aceto Balsamico. Ogni qualvolta i media si dimostrano così sensibili a questo tema è un vero piacere per chi come me ha passione per queste cose. Ci sono già stati dei precedenti dove questa specialità alimentare è apparsa. Tuttavia le forme sono state ben diverse: erano diverse le aziende coinvolte nei servizi, erano diverse le persone ed erano diversi i temi. Nella gran parte delle occasioni trascorse il prodotto presentato era l’aceto Balsamico Tradizionale DOP. Ora è stato il turno dell’aceto Balsamico di Modena IGP. Va bene comunque, perché entrambe le specialità alimentari sono figlie di una stessa madre. Basti pensare che fino al 1862, quando le acetaie ducali vennero definitivamente considerate finite, in quanto trasferite a Moncalieri nella regia residenza dei Savoia, non esistevano differenze fra l’aceto Balsamico di Modena IGP e l’aceto Balsamico Tradizionale di Modena DOP, tantomeno c’erano le denominazioni di origine, apparse solo in un passato recente dopo l’anno 2000. Oggi invece i racconti della nostra tradizione modenese spesso nostalgici, spesso narrati con il cuore in mano, devono fare i conti con tutti quei regolamenti e leggi in vigore a cui poco interessano questi aspetti così sentimentali. Ben lontano mi pongo quindi da tutte le posizioni di chi voglia esprimere giudizi, sentenziare, dare preferenza a cose o persone rispetto ad altre o addirittura collegare i fatti qui riportati a deduzioni spesso troppo semplificate. Ogni mio articolo parla dell’aceto Balsamico di Modena IGP e dell’aceto Balsamico Tradizionale di Modena DOP allo stesso modo, perché entrambi fanno parte della storia della mia vita e a loro mi sento legato. In questo intervento trasmesso per televisione è stata presentata un’importante azienda che ha uno stabilimento di produzione a Carpi, dove viene prodotto l’aceto Balsamico di Modena IGP. Molto interessante è stata la visita in acetaia con gli imponenti fusti in legno dedicati alla maturazione del prodotto assemblato. Occorre sapere che l’aceto Balsamico IGP è composto di aceto di vino, mosto cotto concentrato ed aceto invecchiato almeno 10 anni. Tuttavia ho osservato con attenzione un aspetto che non conoscevo ancora: la possibilità che uno di questi ingredienti dell’aceto Balsamico di Modena IGP, quale il mosto cotto concentrato, potesse diventare così caratterizzante per il consumatore. La percentuale di mosto cotto concentrato, che per il disciplinare è non meno del 20%, è un dato tecnico che è necessario far conoscere al consumatore? Cambia così tanto il gusto del prodotto nonostante l’acidità totale debba essere comunque non inferiore a 6g/100ml? E soprattutto, considerato il complesso sistema aceto, fatto di disciplinari, battaglie, ricorsi, sentenze,  può un produttore discriminare le tipologie del prodotto non più secondo quanto previsto dal disciplinare (ovvero affinato o invecchiato) ma bensì attraverso la percentuale di un suo ingrediente?