BOTTICELLE DI PREGIATO BALSAMICO

BOTTICELLE DI PREGIATO BALSAMICO

sabato 9 novembre 2013

Ma si può produrre del buon aceto Balsamico anche senza alcuna certificazione?


La risposta potrebbe essere quasi ovvia. Ad un mio ipotetico interlocutore risponderei forse di no, ma qualche riflessione la farei sicuramente.

La certificazione rilasciata da enti accreditati per la produzione dell'aceto Balsamico di Modena IGP o dell'aceto Balsamico Tradizionale di Modena DOP è un passaggio obbligatorio per chiunque intenda produrre e quindi riportare in etichetta le denominazioni di queste specialità alimentari. Tuttavia non occorre dimenticarsi che il mantenimento di questo sistema per ogni azienda è economicamente sostenibile ma incide significativamente sul budget a disposizione. Oltremodo, mantenere in vigore le certificazioni, vuole dire produrre costantemente tutte le evidenze necessarie affinché la documentazione cartacea assicuri ogni oggettività. In caso di mancato rispetto del disciplinare ogni produttore rischia severe non conformità con azioni a volte pecuniarie ed in casi peggiori penali. Ma la qualità del prodotto, oltre al già citato processo, è sotto controllo? Ed un prodotto conforme al disciplinare, è sempre il prodotto qualitativamente migliore rispetto ad altri?

Dipende dai casi. Per la denominazione IGP, che conosco un po' di più rispetto al disciplinare della denominazione DOP, non credo di avere mai visto uno sbarramento significativo sulla qualità del prodotto. Ma che cos’è questa qualità di cui tanto si parla? Forse sarebbe più opportuno introdurre un concetto. Ad esempio, un aceto di qualità è solo un aceto che noi potremo definire buono? Non solo. Con tutta probabilità un aceto se è di qualità vuole dire che è un prodotto con delle caratteristiche precise. Se la qualità è intesa come oggettivazione di una caratteristica e suo successivo confronto con una specifica fornita, allora sì che non è più una qualità solo percepita ma diventa una qualità vera, oggettiva. Ma la qualità di un prodotto come l’aceto Balsamico di Modena IGP non si può fare solo con la qualità delle caratteristiche chimico fisiche (vedi acidità e densità) e poco altro! Serve qualcosa in più.

Sarebbe sufficiente guardarsi in giro. Come mai vedo sugli scaffali dei supermercati mezzo litro di aceto Balsamico di Modena IGP a 1,80€ e poi mi reco in una sagra a Modena (di qualunque tipo) e spendo ben 45€ per 100ml di aceto Balsamico invecchiato 15 anni? E’ difficilmente comprensibile, ma nella promiscuità delle aziende che producono la denominazione IGP, coesistono purtroppo realtà molto differenti. Non a caso aziende che producono decine di migliaia di confezioni, assemblano partite di materie prime versando in silos interi autotreni di aceto e mosto provenienti da paesi esteri e affinano questo blend in contenitori enormi in legno per non più di 60 giorni. Allo stesso tempo esiste chi approvvigiona materie prime a 10km di distanza o le preleva dal proprio vigneto ed affina il prodotto in piccole botticelle di legno pregiato. Poi ce anche chi, al termine dell’invecchiamento, è costretto a svuotare completamente i fusti in legno per mettere la certificazione della partita di aceto Balsamico di Modena IGP e chi invece inorridisce al solo pensiero di usare una botticella come un mero contenitore da riempire e svuotare ogni 60 giorni. Niente e nessuno ad oggi discerne questi metodi di produzione, purché il prodotto sia conforme a quelle caratteristiche citate in precedenza, sarà sempre e comunque un aceto Balsamico di Modena.

Non sarebbe il caso di riprendere le antiche tradizioni modenesi fatte di materie prime autoctone, fusti di legno pregiati, travasi e rincalzi ed applicarle ad un aceto personale e senza alcuna denominazione? Il prodotto che ne deriva non si potrà di certo chiamare aceto Balsamico di Modena, sicuramente sarà un aceto buono come gli altri ma di una qualità diversa, forse migliore.
 
 
 
Acetaia Balsameria di Formigine

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